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martedì 31 gennaio 2012

LA SUA PRIMA NEVE...

L'aspetto da giorni, da quando l'hanno annunciata. Per me la neve è sempre gioiosa. Anche se vivo a Milano. Anche se crea traffico. Anche se quando si scioglie diventa una disgustosta poltiglia nera. Ma mi sembra, quando nevica, che l'aria diventi pura, che si porti via la tristezza, che tutto sia possibile e che ci si possa ancora giocare.
Certo, è poco più di una spolverata e mentre scrivo ha anche quasi smesso, ma ogni volta ricordo la nevicata dell'85 (credo). Un metro di neve! Ero in quinta elementare.
Frequentavo una scuola in zona Garibaldi a Milano (che adesso è un Museo!! argh!!) e aveva nevicato tutta la notte. Era uno di quegli edifici Milano-vecchia, a ferro di cavallo sviluppantesi attorno ad un grande cortile. Le scuole erano ancora aperte. La maestra, la mitica Laura L., un'illuminata, tentava di spiegarci chissà che cosa. Ma noi non ascoltavamo una parola. Tutti gli sguardi erano per il cortile. Immaginate: una distesa di neve intonsa se non per le orme di qualche uccellino. Alla fine ha ceduto, credo anche volentieri, e ci ha portati in cortile.
Ci siamo scatenati! Pupazzi di neve, battaglie di palle di neve, angeli di neve... Eravamo i bambini più felici di Milano... eravamo anche molto infreddoliti e bagnati. Al rientro in classe, ricordo che ci siamo spogliati e abbiamo messo i nostri abiti ad asciugare. Ricordo qualcuno di noi in calzamaglia, senza i pantaloni che sgocciolavano allegramente e penso con un po' di tristezza che una cosa così Violante non la potrà vivere mai, pena la denuncia della maestra da parte di qualche genitore un po' troppo solerte.
E', forse, il ricordo più bello della mia infanzia e ogni volta che nevica lo rivivo per un po'!

lunedì 30 gennaio 2012

APP...unto!

Sempre più spesso, mi capita di vedere i figli dei miei amici (quei "grandoni" di due o addirittura tre anni) sequestrare l'I-Phone o l'I-Pad del padre o della madre e viaggiare a ditino sicuro fra le varie applicazioni, pardon, App.
Sono piuttosto giurassica riguardo quat'argomento: per intenderci, ho un telefonino touch screen, questo è vero, ma non l'ho nemmeno mai abilitato per l'invio e la ricezione degli MMS, fate voi! Invece, stimolata da questi pupetti che parlano ad un gatto su uno schermo che poi ripete esattamente quanto è stato detto, ho fatto un giro su internet.
Come dicevano i Matia Bazar (e la dice lunga su quanto io sia giurassica) "C'è tutto un mondo intorno!".
Si passa dai videogiochi classici, che solo una nostalgica come me potrebbe eventualmente scaricare, a tutti i giochi educativi. Insomma, i vecchi Sapientino, se capisci che intendo!

Ce n'è uno per conoscere gli animali del bosco: lo scoiattolo, la rana, il cinghiale, l'orso, il procione, l'uccellino, il cerbiatto, il gufo, il lupo, etc etc. L'App riproduce il verso e ne declama il nome in ben sette lingue, fra cui - per non farci mancar nulla - il cinese e il taiwanese!

Ce n'è uno che è un album per colorare, con tavole in bianco e nero e 12 colori virtuali. Si sbaglia? Non è un problema, c'è anche la gomma virtuale. Non c'è tempo di finire il disegno? Si salva e si può continuare domani.

C'è il memory

Ci sono libri di racconti e fiabe digitali con la musica

C'è la fattoria parlante (si, quella che conosciamo tutti, con la freccia che girava e si fermava sul cavallo che però ad un certo punto cominciava a fare MUU)

C'è il telefono, quello con la cornetta con gli occhi che, in altre epoche, aveva anche le ruote e che si trainava con una cordicella.

C'è la luce notturna+ninna nanna.

C'è lo scansionatore di mostri nella stanza (!!! Giuro, una simulazione di ricerca di mostri nella stanza del bambino, che in teoria così si tranquillizza e non ha più paura del mostro nell'armadio)

Fondamentalmente, le esigenze sono sempre quelle: stimolare la crescita e l'apprendimento dei bambini con musica, colori. Insegnare le lettere dell'alfabeto, le prime parole, i numeri, i versi e i nomi degli animali.  Creare un'atmosfera tranquilla e serena per i suoi sonni.
Tutto può essere: può tranquillamente essere che fra qualche anno sarò una di quelle che acquista App forsennatamente per tenere l'amato bene occupato durante un viaggio in auto, o al ristorante la sera. Al momento, però, mi sembra francamente esagerato tutto questo, mi sembra di indirizzare i bimbi ad un ottimo sviluppo del cervello e degli "indici" che si usano sugli I-Phone. Ma vuoi mettere sporcarti di colore perchè giochi con la mamma a dipingere? Vuoi mettere la voce della mamma che ti canta la ninna nanna? Vuoi mettere il papà che ti legge una fiaba prima di dormire (e per buona misura ti fa vedere che nell'armadio non ci sono i mostri!)?
Diciamoci la verità: è così fondamentale che a due anni si sappia dire castoro, serpente e volpe in taiwanese? Nostra figlia vivrà molto probabilmente gran parte della sua vita con gli occhi rivolti a uno schermo luminoso, che sia la TV, il Computer, l'I-Pad o chissà quale altra diavoler... ehm meraviglia hanno in serbo in Apple e compagni. Voglio veramente che cominci ad entrare massivamente in contatto con queste tecnologie già dai 12 mesi? Sarò davvero giurassica, ma forse, dopotutto, no.

domenica 29 gennaio 2012

IL TIRALATTE QUESTO SCONOSCIUTO...

Comincia a farsi forte il desiderio di una sera fuori fra adulte, fra donne, e anche il bisogno di una cena romantica con G. (anche perchè abbiamo una cena di anniversario in arretrato), un film al cinema, queste cose qua, insomma.
E' anche il momento giusto per mettere alla prova le volontarie baby-sitter (mia mamma, mia sorella, mia cognata) che fin dalla nascita di Violante mi han detto "poi, se hai bisogno, qualche volta la piccola te la teniamo noi"...
Ma, visto che allatto al seno, questo pone di fronte all'esigenza di spacchettare uno degli oggetti più misteriosi entrati in casa in questi ultimi mesi: il tiralatte. Me lo studio, mi informo e poi provo. Intanto, esistono manuali ed elettrici. L'idea di qualcosa di elettrico attaccato al mio capezzolo che pompa latte mi inquietava un po' e così, quando abbiamo compilato la lista-nascita (che stra-consiglio, fra l'altro), ho optato per quello manuale.
Ok, mi dicono che prima è consigliabile massaggiare il seno, fare impacchi di acqua calda... fatto!
Lo monto a parto: intanto cerco la posizione comoda consigliata.. già questo è un'impresa! Poi sono preparata al fatto che per i primi 6/7 minuti non esce nulla.. accidenti... Posiziono il seno e comincio a pompare.. il capezzolo viene risucchiato e dopo pochissimo comincia ad essere dolorante.. dopo 4 minuti comincio ad avere i primi crampi alla mano e sento le spalle irrigidite... Mi alzo, cammino, canticchio passando dalla mano destra alla sinistra: finalmente ecco le prime gocce. Il più è fatto!
I., al corso post-parto, dice che in 5 minuti ne "tira" 120 ml; io sono meno pratica ma non posso metterci molto di più no?
Si!
Eccome!
Un sacco!
Venti minuti e molti sbuffi dopo getto la spugna e ne ho tirati solo 50 ml! Ho anche chiesto aiuto a G, che si è affannato con la pompetta ma.. niente di più... Considerando l'appetito del mio cucciolo, posso assentarmi giusto mezz'ora dal momento in cui manifesterà fame.. occorre migliorare... Oppure tirarlo tutti i giorni e stivare mille biberon con dentro 50 ml per volta!
Alla peggio, comprerò un po' di latte artificiale per potermi permettere queste "innocenti evasioni" da mia figlia... Potrebbe essere la scusa buona per cominciare a darle il biberon di notte, con buona pace di questo aggeggio infernale che mi fa sentire una mucca sfiatata!
Vorrei stringere la mano a chi l'ha progettato. E stritolargliela...

venerdì 27 gennaio 2012

ANIMALE GRANDE..

E' buio e sto dormendo. Accanto a me, Animale Grande respira profondamente. Mi piace tanto, ha un buon odore ed è caldo e accogliente... Voglio stare vicino ad Animale Grande il più possibile... Ogni tanto si sposta e si allontana un po'. Mi dispiace, mi sento sola, e allora piango. E poi ho anche fame. Allora Animale Grande viene ancora più vicino e io mi attacco e mangio e mi consolo. Il latte è tanto, è buono, è dolce...
Come capita spesso, mi addormento ancora attaccata e mi sento bene. C'è Animale Grande vicino a me e so che c'è anche Animale Più Grande, anche se non lo sento...

E' ancora buio anche se qualcosa mi sembra di vedere. Mi sento strana, sporca, e allora piango. Animale Grande accende una luce, mi parla con una voce dolce, mi prende in braccio, mi cambia, mi pulisce. Io ormai sono sveglia e guardare la faccia dolce di Animale Grande mi ha messo di buon umore. Non piango più, adesso. Rido e voglio giocare. Parlo a mio modo, ma forse Animale Grande non vuole giocare quando è buio, perchè mi sorride, mi parla, ma poi mi fa di nuovo addormentare. Pazienza!

Ecco finalmente la luce e i rumori che ci sono quando c'è la luce. Animale Grande mi avvicina ad Animale Più Grande. Lo fa sempre quando arriva la luce. Animale Più Grande mi piace tanto, anche se non posso mangiare da lui, però è bravissimo quando ho tanto sonno e non riesco ad addormentarmi. Stare in braccio a lui è uno spasso e poi cammina sempre! Però oggi non voglio stare a letto e allora piango. Animale Grande capisce, forse, perchè mi prende in braccio, mi mette sul fasciatoio, mi cambia e comincia a giocare con me. Torniamo a letto, ma Animale Grande sta solo seduta, mi dà da mangiare e poi, in mezzo alla luce, gioca con me che ho tanta tanta voglia di chiacchierare...

Oggi sento che ho voglia di stare sempre insieme ad Animale Grande. Vedo bene il suo viso e mi piace. Per giocare, mi passa sulla faccia i suoi capelli, che sono scuri e lunghi e a me piace, sono una piuma! Mi porta anche a conoscere altre due Animali Grandi come lei, che mi sorridono, dicono che sono carina e tenera... Ma io ho voglia di tornare a casa e così piango fino a quando mi addormento, attaccata a Animale Grande mentre siamo in un posto dove c'è tanta gente, che vibra e che corre verso casa...
Animale Più Grande mi mette a letto tante volte nel pomeriggio, per un po' di pisolini... riesco a farne uno anche sdraiata vicina ad Animale Grande, dopo aver mangiato. Animale Grande è stanca e prova a dormire con me ma... trema tutto! Come l'altra mattina! Io quasi non mi accorgo di nulla, ma sento che Animale Grande ha avuto un po' di paura: Animale Più Grande la rassicura....ma che cos'è tutto questo tremore??

Mi sveglio di nuovo e Animale Più Grande mi coccola un po'. Animale Grande ha preparato il bagnetto, mi piace tanto! Non conosco ancora bene-bene l'acqua, ma mi fa stare bene: è calda e quando Animale Più Grande mi tira fuori Animale Grande mi avvolge in un morbido asciugamano caldo e, se non fa troppo freddo, gioca un po' con me, con la sua faccia vicina che ride tutte le volte che io parlo... Io me la godo, mi sento pulita, calda e profumata.. e, magari se faccio la faccia dolce e visto che Anuimale Grande sta imparando come si fa e a me piace tanto, stasera ci scappa anche un massaggio!
Vero Animale Grande?!?

giovedì 26 gennaio 2012

LE PRIME PAROLINE...

Tranquilli!! Mia figlia è sì un genio ma non così tanto da cominciare a parlare a meno di due mesi e mezzo (per quanto quel IAO sia molto chiaro e venga sempre dopo che le si dice CIAO...).
Siamo ancora alla lallazione e alla scoperta della propria voce (bellissimissimissima!!) con tante EEEEE seguite da UUUU e GUU e mi fermo finchè riesco a mantenere un minimo di dignità.
Ma mentre lei esplora le sue possibilità vocali, io e G. discutiamo su quali paroline dirà per prime. Dichiaro pubblicamente di averlo trovato accucciato davanti al divano dove lei stava sdraiata ripetendole: "PAAAA-PA'! PAAA-PA'"
OVVIAMENTE la prima parola che dirà sarà mamma, e sarà uno shok fortissimo se così non sarà. Ma da quel momento mi piazzerò di fronte a lei e le ripeterò ossessivamente una frase finchè non la ripeterà, una frase del dialetto meneghino che scriverò esattamente come si dice: "sta sù de dos!" Per i non-praticanti di Milano traduco: "Giù le mani!".
Non ha nemmeno tre mesi e questa mania della gente di toccarla mi innervosisce. Si, certo, toccale pure le manine, oh tu sconosciuta cassiera del supermercato che hai toccato merce di ogni tipo per tutto il giorno! E vuoi negare una toccatina sul visino alla vecchietta che incontri in ascensore? Ma se persino io, che sono sua madre, se esco di casa poi la prima cosa che faccio è andare in bagno a lavare le mani!
Mia nonna, quando ero piccola, regalò a mia madre un cornetto scaccia-invidia, perchè tutte quelle persone che dicevano che ero una bella bambina (eh, poi si peggiora, che volete farci!) e mi toccavano come ora toccano mia figlia la innervosivano e, diceva, mi attaccavano l'invidia! Ha fatto poi la stessa cosa anche con mia sorella..
Al cornetto non ci sono ancora arrivata, ma non escludo di acquistarne uno quanto prima. Quindi (tranne che a parenti, amici e chi sa trattare coi bimbi), che si cominci a dire:
STA SU' DE DOS...
STA SU' DE DOS..
STA SU' DE DOS!!!
.......T'E' CAPI'?

mercoledì 25 gennaio 2012

PAURA PAURA...

Dalle 8.30 stamattina nella luce che entra in camera, guardavo il viso angelico di Violante addormentata... Anche G. si stava svegliando. Guardava me e guardava la piccola... sorrisi ad ogni suo movimento... e poi qualcos'altro ha cominciato a muoversi! Il letto dondolava avanti e indietro, il lampadario oscillava pericolosamente, le apine sul letto si muovevano impazzite, la finestra vibrava, lo specchio pure!
Le prime mie parole di stamattina sono state "oh, merda!". Già mi vedevo fuori in strada con altre decine di persone come me. Poi la scossa è passata, mi sono resa conto che mi tremavano le mani e le gambe. G., tutto sommato, era tranquillo; Violante dormiva tranquilla nel lettone.
Da non credere! Si sveglia per ogni fiato quando desideriamo si faccia un pisolino e non fa una piega durante una scossa di terremoto sentita al sesto piano in maniera piuttosto forte!
Beata innocenza!

A posteriori.. forse non si è accorta della scossa, ma è tutto il giorno che è particolarmente attiva e sveglia... saranno collegate le cose? Mah

martedì 24 gennaio 2012

UUUUUUUUUUU... BELLOOOOOOOOOO

Ogni tanto, per fortuna, a Milano arriva anche un tocco di colore e di fantasia. E' così che interpreto la mostra della Pixar - in occasione dei suoi 25 anni - al Padiglione d'Arte Contemporanea, per gli amici PAC fino al 14 febbraio.
http://www.mostrapixarmilano.it/la-mostra-ok-2/
Ci-voglio-andare-ci-voglio-andare-ci-voglio-andareee!
Per quelli come me, avere una figlia è anche una grandiosa scusa per: rivedere allo sfinimento tutti, e dico tutti, i cartoni animanti della Disney, della Disney Pixar e della DreamWorks, per andare a mostre come queste, per mettersi a giocare per terra, per comprare abbigliamento dai colori improponibili, per entrare di nuovo in una macchinina dell'autoscontro (per accompagnare il cucciolo - certo!!), per andare per strada truccati che neanche i Kiss il giorno di Carnevale e, per buona misura, anche ad Halloween.
Insomma, per tornare un po' anche io ad essere bambina! Normalmente, il ruolo del "bambinone", specie se si sta parlando di una femmina, è affibbiato al papà, che non ha problemi a regredire di qualche lustro (e poi, ammettiamolo, normalmente gli uomini sono più giocherelloni, più spensierati e meno ansiosi): nella mia neo-famiglia, invece, temo che ci sarà una doppia dose di regressione. A meno che i geni della mamma-ansiosa-e-prudente-che-controlla-che-nessuno-si-faccia-male rimangano latenti in me fino a quando Violante non comincerà a camminare e ad essere un pericolo mobile: poi che succede? Hulk diventa verde e cattivo quando lo fanno arrabbiare, in me come avverrà la trasformazione? Avrò bisogno di vedere le manine della mia piccola allungarsi verso un soprammobile pesante per sviluppare la super velocità, i riflessi WARP e l'espressione da mamma-preoccupata?
Riuscirò a impedirle di infilarsi in bocca la terra del parco, di infilarsi sotto mobili dai quali sarà un problema sfilarsi, di tentare di correre in mezzo alla strada, di fare il quarto ultimo giro sulla giostra che "Violante adesso basta, è veramente l'ultimo!"?
Tutto sommato, forse il seme dell'ansia un pochino già ce l'ho. Innaffiamo, ma con moderazione...

lunedì 23 gennaio 2012

CHE SARA' DI SERA...

Che ci sarà di strano di sera, mi chiedevo. Perchè Violante al crepuscolo nemmeno piange, si lamenta come se fosse triste e per completare questo quadro tenerello, sporge anche le labbra in un inconfondibile broncio. Da dieci giorni è così. Da dieci giorni la mia piccola si fa prendere da quella che ormai chiamo la "malinconia da crepuscolo". Ed oggi, durante il corso post-parto, è stato letto un brano scritto da un pediatra sul tema "colichette" (arrivano di sera, sono spesso frutto di ansia, specie delle madri) e sul fatto che il pianto è un linguaggio a tutti gli effetti, che non vuol dire solo "ho fame, sono sporca, ho sonno", ma anche "mi sento sola, dov'è la mia mamma?, mi fai le coccole?" e tutta la varietà di sentimenti e sensazioni che una bimba può provare. 
Quello che più mi ha colpito è sentir dire che il giorno successivo per i neonati non è una cosa data per scontata. Imparano, col tempo, che alla notte segue il giorno. All'inizio, per loro, la notte è solo fine, buio, senza la garanzia del mattino dopo. Ed è per questo che, spesso, la sera sono nervosi e si fanno prendere da isterie e non vogliono addormentarsi. E lo stesso vale per mamma e papà: il pianto all'inizio è disperato perchè non sanno che mamma è solo nella stanza accanto: se non la vedono per loro non esiste più.
E si sentono abbandonati.
Questo concetto mi ha riempito il cuore di tristezza e di calore nello stesso tempo. Ho guardato Violante, che in quel momento stavo allattando e che mi guardava col suo limpido sguardo verde scuro da sotto il su e mi sono ripromessa di tentare di non perdere la pazienza quando di sera e di notte la sua facciona tonda di solito sorridente si trasforma in una maschera di pianto. Almeno ci proverò, fino a quando non avrà imparato che il giorno dopo è solo dietro l'angolo e che mamma e papà ci sono sempre.
Speriamo che ci voglia poco!

sabato 21 gennaio 2012

ANTIFURTI INNATI...

Forse, finalmente, vediamo la fine di questa tosse catarrosa. Infatti, gli unici momenti in cui ora Violante tossisce, sono il mattino appena sveglia e dopo che ha dormito molto. Basta metterla in piedi e batterle dolcemente sulla schiena per farla smettere.
Da quando è comparsa nelle nostre vite, passiamo un sacco di tempo in piedi con questa piccola in braccio. Per farle fare il ruttino, per farla addormentare, per farla smettere di piangere.
E sempre lei ci "tiene sotto controllo" con un metodo molto semplice: la sua mano afferra sempre parte di noi. Le maglie di G., una mia ciocca di capelli, a volte persino un orecchio, se riesce a prenderlo.
Perchè ora ha preso ad abbracciarci il collo quando la teniamo in braccio e devo ammettere che è un atteggiamento molto tenero.
MA cosa succede quando magari si addormenta e decido di metterla in culla? La sua manina, piccola, fragile in apparenza, si stringe allo spasmo sui miei capelli, così sa che sto per lasciarla nel lettino e scatta l'antifurto vero e proprio, il pianto!
Ragazzi! E' proprio vero! I bambini sono solo piccoli, non sono per nulla scemi!
In più, saranno anche dei fagottini di 4 o 5 chili, ma quando si aggrappano a te, lo fanno con tutti i 4 o 5 chili! Lo so che l'idea di un neonato che si aggrappa a te con tutte le forze fa tenerezza ma dopo mezz'ore passate a tentare di farli addormentare, quando finalmente cedono si vorrebbe che durasse almeno un quarto d'ora nel LORO lettino, quello tutto carino, quello con le apine, quello con il piumone di purissima piuma d'oca, quello col copripiumone con i coniglietti...
E allora ti dici "andiamo! ha due mesi! possibile che non riesci a fregare una pupetta di due mesi?"
Ed escogiti degli escamotage:
  • se si aggrappa ai capelli, decidi che in fondo puoi fare a meno della tua chioma
  • se in fondo l'idea di esibire i capelli al vento ha ancora del fascino, allora si può provare a sganciarle la mano mentre è ancora in braccio e se si sveglia per controllarvi ah-ha! l'avete fregata! così quando si riaddormenterà si potrà lasciare nel lettino (forse!)
  • ci si può fare coraggio e dirsi "ok adesso la metto giù, giuro che lo faccio, adesso.. adesso.. adesso..." probabilmente ora che ti risolvi del tutto a metterla giù si sarà svegliata di nuovo. E via che si ricomincia!
  • se hai sganciato una mano e ti accorgi all'ultimo momento che si è ancorata anche con l'altra, allora toglila, lasciala nel lettino e corri! Scappa! Può essere che vada bene lo stesso (.........!!) 

venerdì 20 gennaio 2012

SOGNO...

Ho ricominciato a fare i miei sogni articolati e strani al limite dell'analisi. Per oltre due mesi, dalla nascita della piccola, ho certamente sognato ma non ne ho memoria. Invece di stanotte ricordo ben due sogni, con diversi punti in comune.

Nel primo, incontravo la mia amica Chiara, mamma di Michele, che usciva dalla macchina con un barboncino fulvo che aveva partorito un delfino (l'ho detto prima: al limite dell'analisi!).
Solo che il delfino era una sagoma di carta. Tuttavia, io sapevo che se avessi immerso la sagoma in acqua sarebbe diventata un delfino vero. Il parcheggio davanti casa dei miei genitori si era allagato in una pozza della profondità di una ventina di centimetri.
Ed ecco apparire il piccolo delfino e anche il padre: dal nulla compariva anche uno squalo che cominciava a dare la caccia al piccolo. Il delfino-padre cominciava una lotta finchè riusciva a scacciare lo squalo con un colpo sul muso. Immediatamente, ne apparivano altri tre, di una razza diversa: avevano il grugno più corto e tondeggiante e il corpo cosparso di macchie più scure. Uno dei tre, mentre il delfino-padre è occupato a lottare, riesce infine a divorare il cucciolo di delfino.
E' un sogno che mi ha lasciato un po' di angoscia: in realtà l'interpretazione dei sogni mi riporta solo significati positivi come allegria, grandi viaggi che attendono, un buon successo.
Nel secondo sogno, sono con G. e Violante (che però ha 6/7 mesi) e sto salendo a casa dei miei genitori. Entriamo in ascensore, schiaccio il 4° piano ma si ferma al primo. Seleziono il 4° più e più volte finchè riparte. Al piano superiore, l'ascensore si riempie velocemente di acqua fino a sommergerci. Possiamo però respirare e parlare anche se per poco. Abbiamo quindi la consapevolezza di stare per affogare. L'acqua è fresca, azzurra, limpida. Violante dice, serena, "Beh, buona morte".
In quell'istante l'ascensore si muove verso il basso e l'acqua scende. Sul pianerottolo c'è mia madre con una ragazza che non conoisco. I nostri abiti sono miracolosamente asciutti. La ragazza è la responsabile di quello che ci è successo.
Anche questo sogno mi ha lasciato con non belle sensazioni addosso, e invece il suo significato è: "buone relazioni sociali, successo e guadagno"...
Bah!

giovedì 19 gennaio 2012

MA PER DAVVERO SI FINIRA' A PRENDERE LA BAVA DI LUMACA???

La piccola continua ad avere una brutta tosse catarrosa. G. l'ha appena presa in braccio dopo che io l'ho sollevata dalla sdraietta: piangeva, poverina, piangeva e tossiva oppressa dal catarro.
E' un circolo vizioso: si sente poco bene e allora piange, ma se piange aumenta la tosse. E così via.
Non so se c'è qualcosa di collegato, ma pensavo che avrebbe potuto eliminare un po' di catarro con la pupù, solo che da due giorni non ne fa! E così non rimangono che lavaggi del naso con l'acqua fisiologica e l'aspirazione. Ma in questo modo ci vorrà un'eternità.
Due amiche con figli al seguito consigliano la bava di lumaca sostenendo che "non fa nemmeno troppo schifo" e che si può somministrare ai neonati... se non migliora entro due giorni mi sa che dovrò provare anche questa, che trovo però ributtante come idea.
Come sempre, quando ne so poco, vado ad informarmi in internet. Secondo il sito http://www.erboristeriarcobaleno,com/ (ma ce ne sono moltissimi che elogiano le proprietà della bava di chiocciola) si va dagli antiossidanti alle proteine, dalle vitamine alla capacità di favorire l'abbronzatura, dal miglioramento dell'elasticità della pelle all'azione antinfiammatoria.
Come ho potuto vivere senza?? (!!!!!)
Ok, ok... posso PENSARE di provarla e magari ricredermi.

Tornando alla piccina, l'effetto collaterale è, ovviamente, che non posso uscire di casa. Anche qui, ci sono due scuole di pensiero: la prima prevede che si esca come e più di prima, coprendo molto bene la bimba per ossigenarla al assimo. Il guaio è che Milano in questi giorni è particolarmente fredda ed inquinata. La seconda linea di pensiero che evidentemente segue la mia pediatra, è di tenerla in casa finché la situazione non migliora, al riparo da sbalzi di temperatura.
OVVIAMENTE, si segue religiosamente ciò che consiglia la pediatra, sperando di essere ormai nella fase discendente.

E ci siamo pure perse la seconda lezione di massaggio neonatale!

P.S. che nulla c'entra con tutto il discorso precedente: ma se hanno dimostrato che la giostra-carillon con le apine funziona (e funziona!) nel distrarre i pupi nei loro lettini, perchè mai hanno fatto una cordicella che fa girare la giostra solo per 5 minuti?

mercoledì 18 gennaio 2012

MA TI RENDI CONTO?

Così G. l'altro giorno: "Ti rendi conto che abbiamo una figlia?"
La guardo, lo guardo, rispondo "a tratti".
Il mio pensiero è che mi sto innamorando giorno dopo giorno di mia figlia. Faccio fatica a credere a quelle donne che dicono di essersi innamorate dei figli al primo sguardo.
Insomma, non dico che non parta l'istinto materno, che non ci si senta sciogliere di tenerezza, ma qualche volta ci si interroga in maniera nascosta e coperta di sensi di colpa. Chi è questa bambina sconosciuta?
Che ci fa in casa mia?
Perchè urla così?
Insomma... credo di appartenere a quella schiera di mamme che giorno per giorno cercando di schivare senso di inadeguatezza, euforia, allegria, tenerezza, stanchezza tentano di approdare ad un senso pacifico di maternità. E' tutt'altro che semplice. Anche perchè non riesco a mettere in cantina il mio ego: se Violante si fa prendere da un accesso di pianto perchè è molto stanca, specie se per ore ci ho giocato, l'ho allattata etc etc perdo la pazienza (e meno male che c'è G! E' un grande!).
Ci fanno credere che basta partorire per sviluppare una pazienza infinita, per sopportare tutti i pianti, il bisogno continuo di attenzione.. invece non è vero! Almeno non per me. In breve, non mi è bastato partorire per diventare mamma. Credo che per questo occorrerà ancora del tempo... Certo che sono orgoliosa come un pavone per ogni segno di crescita, mi vbiene da piangere di felicità quando l'allatto e appoggia la sua mano aperta sul seno... ma spesso mi trovo a desiderare di poter uscire da sola, o a scocciarmi se piange troppo a lungo. Sono umana, con punte di egoismo, credo.
E nel frattempo mi esercito alla tenerezza osservando Violante che dalla culla piange e mi fa versetti per essere presa in braccio, con una faccia da cucciolo che è aggravata dal suo non stare troppo bene in questi giorni. Sentire il suo piccolo petto scosso dalla tosse, vederla un po' più mogia del solito, mi fa desiderare solo di vederla stare bene subito e fare il possibile perchè questo possa avvenire: e cioè spararle l'acqua fisiologica nel naso e utilizzare l'aspira-naso per lasciarglielo il più libero possibile, tenendola a casa in questi giorni di freddo acuto come consigliato dalla pediatra. E per il resto, amen! Mi sfogherò ad uscire non appena starà meglio! Per allora, magari, avrò guadagnato altri punti-percentuali-mamma! Chissà...

martedì 17 gennaio 2012

DA LUNEDI'...

Si dice sempre così: da lunedi dieta.
Ma questa è la prima cosa che ho intenzione di fare per me dopo la fine della gravidanza. Senza esagerare e probabilmente sforando viste le esigenze energetiche che impone l'allattamento, ma da utilizzare comunque come guida.
Ho trovato questa dieta su una rivista specializzata, e tentar non nuoce. Al limite la interrompo.

LUNEDI
Colazione: un bicchiere di latte parzialmente scremato, caffè, mezzo cucchiaino di zucchero, due fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt
Pranzo: tonno sott'olio sgocciolato (80 g); verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, un frutto.
Merenda: un pacchetto di cracker integrali
Cena: spezzatino di pollo o tacchino; verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, una mela o una pera.

MARTEDI
Colazione: uno yogurt, cereali integrali (30 g), caffè o the, mezzo cucchiaino di zucchero
Spuntino: una ciotola di macedonia di frutta fresca
Pranzo: salmone affumicato (80 g); verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, un frutto.
Merenda: un caffè d'orzo con biscotti integrali (20 g)
Cena: bocconcini di pesce spada e pomodorini; verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, una mela o una pera.

MERCOLEDI
Colazione: un bicchiere di latte parzialmente scremato, caffè, una fetta di pane integrale con un cucchiaino di marmellata senza zucchero
Spuntino: biscotti (20 g)
Pranzo: arrosto di tacchino (70 g); verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, un frutto.
Merenda: un frullato preparato con 150 g di frutta fresca e 1/2 bicchiere di latte parzialmente scremato
Cena: pennette vegetariane, una mela o una pera.

GIOVEDI
Colazione: un cappuccino e un cornetto integrale
Spuntino: una mela
Pranzo: formaggio light (80 g), lenticchie lesse (100 g) con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, un frutto.
Merenda: uno yogurt
Cena: uova strapazzate con zucchine, un panino integrale, una mela o una pera.

VENERDI
Colazione: una macedonia di frutta fresca, uno yogurt
Spuntino: un cappuccino o un latte macchiato
Pranzo: 4 bastoncini di pesce, piselli (100 g) con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, un frutto.
Merenda: un pacchetto di cracker integrali
Cena: salmone al vapore; verdure crude o cotte (tranne legumi, patate e mais) a piacere condite con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale, una mela o una pera.

SABATO
Colazione: una spremuta d'arancia o di pompelmo e biscotti integrali (20 g)
Spuntino: una mousse magra alla frutta
Pranzo: peperoni gratinati, un panino integrale, un frutto.
Merenda: uno yogurt
Cena: 3/4 di pizza con le verdure, una macedonia di frutta di stagione

DOMENICA
Colazione: un bicchiere di latte parzialmente scremato, caffè, mezzo cucchiaino di zucchero, due fette biscottate integrali
Spuntino: una mela
Pranzo: riso, un frutto.
Merenda: una macedonia di frutta di stagione
Cena: prosciutto crudoi, spinaci cotti a piacere con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva, un panino integrale.

Vedremo vedremo...

lunedì 16 gennaio 2012

IL TEMPO VOLA QUANDO CI SI DIVERTE

E quando ogni giorno c'è da assicurare a una piccina cambi, coccole, poppate, ninne nanne.
Siamo già al secondo mese e mi sembra contemporaneamente che siano passati almeno 4 mesi come due settimane. Le giornate volano una dietro l'altra e diventano settimane ma nello stesso tempo è come ci fosse una sensazione di immobilità.
Facendo un minibilancio, in realtà, di cose ne sono successe parecchie. Per quanto riguarda G., ha sviluppato un rapporto particolare con Violante, le parla e lei sembra ascoltarlo con attenzione. Ma il loro momento speciale è quando lei passa le mezz'ore appollaiata come un koala sulla spalla, cosa che con me non riesce a fare. Un po' perchè le mie spalle sono più strette, un po' perchè spesso quando mi sta vicino, se non ha appena finito di mangiare, "fiuta" il latte e diventa irrequieta.
Per quello che riguarda me, la stanchezza accumulata non si considera più, sono un po' diminuite le crisi di pianto, la sicurezza in quello che faccio è aumentata anche se non di molto, il mio bisogno di uscire e di tornare ad avere una vita sociale potentissimo e il mio legame con Violante adesso prevede lunghe chiacchierate e sorrisi, uno che tira l'altro, oltre a uno sguardo tutto particolare che mi riserva mentre l'allatto da sotto in su che è uno sguardo di totale fiducia ed abbandono, qualcosa di unico!
Violante in due mesi è cresciuta in una maniera impressionante, e non parlo solo di dimensioni: i suoi versi sono sempre più articolati, ci fa riconoscere almeno sette tipi diversi di pianto (fame, sonno, chiamata dal lettino quando si sveglia, spostami che sono stufa, ehi gioca con me, cambiami che sono sporca, sento dolore) più un numero imprecisato di "lamenti", i suoi capelli sono perennemente acconciati in una cresta e si sono un po' schiariti, ha cominciato, se ha il nostro viso vicino, ad allungare le mani per poterci toccare, e giusto ieri ha cominciato ad afferrare il sonaglino con intenzione!
Oggi ci ha fatto scoprire anche, perchè ha una brutta tosse da raffreddamento, la sua faccetta-broncio "per favore, prenditi cura di me. Non mi sento bene e sono spaventata perchè non so che cos'ho!": un mix di labbro inferiore sporgente, di pallore e di occhi stanchi. Un'espressione e dei versetti che mi fanno capire perchè per i figli si può fare, letteralmente, qualsiasi cosa.

sabato 14 gennaio 2012

IMPARA L'ARTE...

Ci sono molte nuove capacità da sviluppare quando si diventa genitori di una marmocchietta.
E' come un videogame, accumuli punti-esperienza fino a quando la capacità diventa un vero e proprio superpotere. Le abilità da acquisire includono, per citarne qualcuna: dormire con un orecchio allungato al respiro della nana, distinguere il pianto vero dal pianto capriccioso, mantenere degli orari decenti per i pasti, conservare la dignità di fronte ai progressi quotidiani del nostro piccolo fenomeno, ma soprattutto la capacità di fare le cose con un braccio solo.
Perchè fra le prime (brutte) abitudini che la mia bimba ha deciso di acquisire, c'è quella di avere dei momenti in cui sta relativamente tranquilla solo ed esclusivamente in braccio. E siccome le cose da fare in casa non diminuiscono, semmai aumentano, ci si ritrova sempre più spesso ad avere Ponyo su un braccio e a fare quello che serve col braccio libero. E' decisamente comodo per me essere nata ambidestra! Così, non mi faccio prendere da crisi isteriche se devo mangiare con la mano sinistra, a patto che qualcuno adoperi il coltello per me!
L'unico inconveniente che mi pare si profili all'orizzonte è quello di sviluppare un po' troppo un bicipite rispetto all'altro, a mano a mano che la pupa aumenterà di peso.
A proposito, ormai siamo a quattro chili e mezzo! Detto così non è impressionante, ma se penso che è nata di tre chili e che quindi significa che è aumentata di metà del suo peso iniziale.. beh.. WOW! E ha raggiunto la lunghezza di 56 cm.
Stamattina un vecchio amico mi ha chiesto "com'è essere mamma?".. e la prima cosa che sono riuscita a dire è che la vita così come la conosci scompare. Da un giorno all'altro, la vita che ho sempre conosciuto non esiste più ed è devastante. E questo, non è un fatto reversibile. E' così e sarà così fino a quando ci sarò. Questa bestiolina di nemmeno cinque chili è arrivata come un treno in corsa nella nostra vita e ce l'ha DEVASTATA. Tutto si amplifica e si concentra su di lei. Scrivo quando lei dorme o se è tranquilla col papà, mangio spesso freddo, mi trucco SE riesco, dormo QUANDO riesco e cioè quando dorme anche lei, o quando io sono così stanca da addormentarmi con lei al seno. Usciamo se lei è tranquilla e se c'è un tempo sostenibile per lei. Esistiamo, ci siamo e ci saremo sempre di più di nuovo come individui, come coppia, ma c'è qualcuno da cui non si può, e non si potrà più, prescindere: nostra figlia, Violante.

venerdì 13 gennaio 2012

MASSAGGINO MASSAGGINO...

Che scoperta fantastica! Ogni giorno che passa mia figlia è sempre più una personcina con cui si può interagire, passare le mezz'ore a sorridersi a vicenda e a farsi i versetti. La pediatra ieri ha detto che cominciano verso i due mesi, in realtà Violante è già due settimane che risponde ai sorrisi, e non ha ancora compiuto i due mesi.
Troppo avanti!
Sempre ieri, è cominciato il corso di massaggio prenatale, promosso dall'associazione Mamme a Milano (http://www.ma-mi.it/), un delizioso spazio vicino a Lambrate dove le mamme possono trovare del tempo per dedicarsi in pace e senza distrazione ai loro bambini. Eravamo in cinque, tutte dello stesso corso post-parto, con i nostri bimbi. Dopo il rituale giro di presentazioni, l'ostetrica, che conosco ormai bene dal corso preparto in poi, cominciano a spiegarci come si massaggia un neonato. Estraggo il mio olio per bambini, stendo l'asciugamano eee.... Violante decide che vuole mangiare! Ok, il capo è lei. Nel frattempo osservo i primi gesti ma la piccola ha già finito e con calma allora le libero le gambe dalla tutina e comincio ad ungerle e massaggiarle la gamba destra.
Torci torci, passa le dita sul dorso del piede, prendi ditino per ditino, premi l'indice sulla pianta del piede, massaggia il malleolo, scuoti la gamba... E si passa alla sinistra. Si passa alla sinistra? No, perchè la mia piccina è irritata dal troppo sonno e piange piange piange.
Solo il cambio del pannolino la distrae... e via con una nuova brevissima poppata. Insomma, tutti i bimbi, tranne la mia e un'altra "collega", si sono goduti un bel massaggio completo alle gambe. Però io ho tenuto le orecchie aperte. Così stamattina, dopo la poppata e il cambio pannolino, mi ritrovo con la piccina sul fasciatoio. E allora perchè non riprovarci? Le chiedo (alcuni sostengono che prima di fare qualsiasi cosa bisogna spiegarlo ai bimbi, o chiedere addirittura il permesso, anche quando sono così piccoli) se le va di fare un bel massaggio. E questa volta mi consente di arrivare al termine per entrambe le gambette.
Non solo: per tutto il tempo mi fissa coi suoi occhioni (verdi scuri?) e mi rendo conto che si sta rilassando. Infatti, alla fine del massaggio comincia a sorridermi con la sua bocca sdentata e via con il repertorio completo di versetti, ai quali non posso proprio fare a meno di rispondere come una scema, arricchito da un ordierno "ve".
Sarei rimasta con lei sul fasciatoio a parlarci e sorriderci per tutto il giorno, ma la mia piccina non ha per ora il dono della pazienza e, quindi, dopo una mezz'ora - record assoluto - di colloquio privato ha voluto essere presa in braccio per un nuovo pisolino.
Credo sia stato uno dei momenti perfetti che archivierò nella mia memoria di mamma, arricchito, se possibile, dall'assenza temporanea del papà. Uno di quei momenti che ti fanno dimenticare quanto spesso ti chiedi se sei, se sono in grado, se sarò all'altezza di questo compito arduo, bellissimo e terrificante.
Forse, tutto sommato, si!

mercoledì 11 gennaio 2012

LA STORIA DELL'ORSACCHIOTTO "MOUSSE"

Ogni anno, da settembre in poi, una piccola città vicino al Polo Nord di nome Rovaniemi veniva inondata di posta. Si trattava della casella di Babbo Natale che raccoglieva le lettere di tutti i bambini del mondo che chiedevano al buon barbuto i loro doni.
Ecco allora che un bel giorno vi giunse una letterina proveniente dall'Italia. Come ogni mattina, gli elfi passavano a ritirare la posta e la consegnavano a Babbo Natale, che leggeva le richieste dei piccini di tutto il mondo e fabbricava i giocattoli per loro.
Diceva la lettera:

Ciao Babbo Natale.
Mi chiamo Violante e ho 5 anni. Sono troppo piccola per scrivere e allora lo fa la mia mamma per me. Sono stata molto brava quest'anno: ho tante cose e non mi servono i giocattoli ma vorrei che mi portassi un orsacchiotto perchè il mio l'ho fatto cadere dal treno.
Ti mando un bacio
Violante

Insieme alla lettera c'era la foto di una bimba molto graziosa che sorrideva strizzando gli occhi. Babbo Natale sorrise di rimando alla fotografia e fece partire l'ordine "orsacchiotto" per Violante. Gli elfi si misero subito al lavoro. Era solo ottobre ma sapevano che sarebbero arrivate tantissime richieste. Prima cominciavano, meno avrebbero avuto da fare gli ultimi giorni. In pochi minuti crearono un graziosissimo orsacchiotto marrone con gli occhi dolci e un grande fiocco.
Come tocco finale, soffiarono sul piccolo peluche una polvere dorata e incredibilmente l'orso prese vita!
-Tu sei un orso di peluche e andrai in dono a una bimba italiana che si chiama Violante. Fino a quando non sarai consegnato sarai in grado di parlare e muoverti così da aiutarci a creare gli altri giocattoli. Poi rimarrai in grado di ascoltare e capire ma potrai muoverti solo come deciderà la tua padroncina e parlerai con le voci che lei ti darà.
Dovete sapere, infatti, che i giocattoli aiutavano gli elfi. Così, mano a mano che i giocattoli erano pronti, gli elfi potevano contare su molti aiuti che non erano in grado, però, di pensare i nuovi giocattoli nè di abbinarli ai bimbi giusti.

Passavano i giorni e le settimane finchè giunse la magica notte della Vigilia di Natale. Violante aveva preparato per Babbo Natale una tazza di latte caldo e qualche biscotto allo zenzero. Era molto agitata perchè sapeva che non avrebbe potuto vedere Babbo Natale: ne aveva visti tanti nei negozi in quei giorni ma la mamma le aveva spiegato che quelli erano solo aiutanti e che invece Babbo Natale entrava nelle case solo quando i bimbi dormivano perchè non voleva farsi vedere. Infatti d'estate scendeva a sud e viveva come un vecchietto qualsiasi e non voleva farsi riconoscere.
Così, dopo il solito bagno caldo della sera, si lasciò portare a letto protestando molto meno del solito. Nonostante l'agitazione si addormentò presto, sognando il mattino successivo quando avrebbe aperto i regali e, soprattutto, avrebbe visto il suo adorato orsacchiotto. Aveva deciso di chiamarlo Mousse, perchè la mamma le aveva spiegato che era una crema morbida e di certo il suo orso sarebbe stato morbidissimo.

Quella notte, Babbo Natale decollò con la sua slitta carica di doni diretta verso le case di tutto il mondo; aveva un orologio magico che rallentava il tempo e faceva durare molto di più, solo per lui, la notte di Natale. In questa maniera poteva accontentare tutti i bambini del mondo. Finalmente, entrò nei cieli sopra l'Italia e si diresse verso terra. Dovette sterzare bruscamente perchè un aereo era esattamente sulla sua rotta e rischiò di entrare in collisione. La slitta sbandò pericolosamente per un attimo prima di rimettersi dritta ma tanto bastò: l'orsacchiotto di Violante venne sbalzato fuori dalla slitta.
Arrivò capitombolando in un vicolo scuro. Riavutosi dalla botta, si alzò in piedi e cercò di capire dove si trovava, ma non c'erano luci, e lui non aveva un indirizzo dove andare e nemmeno un cognome. Sapeva solo che Violante, la sua bimba, il mattino dopo sarebbe stata molto triste. Si sentiva triste anche lui. D'altronde, che cos'è un orsacchiotto senza un bambino che lo stringe?
Cominciò a camminare per le strade, sbirciando in ogni finestra alla ricerca di un improbabile indizio fino a quando, una per una, le luci degli alberi delle case si spegnevano man mano che le persone andavano a dormire. Esausto, si addormentò davanti all'uscio di una casa di mattoni con una porta verde, sperando in un vero e proprio miracolo per il giorno dopo.

Violante si svegliò molto presto quella mattina, non appena il sole filtrò dalle tapparelle, e subito scese dal letto e corse in camera dei genitori.
-E' Natale! E' Natale! Mamma è Natale! Papà, mamma è Natale
Suo padre, stropicciandosi gli occhi, la prese in braccio e tutti e tre si spostarono in soggiorno. L'albero di Natale era carico di doni ma Violante cercava soltanto il suo orsacchiotto. Guardò il tavolo e lì il latte con i biscotti erano intonsi.
-Papà? - disse con gli occhi che le si riempivano di lacrime - ma Babbo Natale non è venuto?
-Ma certo che è venuto! guarda quanti regali
-No, no. Io ho chiesto l'orsacchiotto! Non c'è! Dov'è il mio orsacchiotto? E non ha bevuto il latte!
-Si vede che ne ha bevuto troppo nelle altre case, vedrai che il tuo orso è da qualche parte.
Insieme, aprirono tutti i regali, tutti i pacchetti colorati, e molti regali erano per la piccina.. ma dell'orso nno c'era traccia.

Nel frattempo, la luce del sole aveva svegliato l'orsacchiotto. Era un po' intontito, ma gli era sembrato di sentir parlare e piangere una piccola. Si mise in ascolto con l'orecchio teso, ma la porta era spessa. Decise di arrischiarsi e si arrampicò fino a guardare dalla finestra. Lì vide una bambina piangere tutte le sue lacrime: Dov'è il mio orso? Dov'è Mousse?
Sua madre cercava di consolarla "Tesoro, domani te ne compro uno io!"
"Nooooo, io voglio Mousse!"
"Ma Violante, non è possibile oggi!"
Violante! era lei! era la sua bambina! doveva assolutamente farsi trovare. Scese dalla finestra, studiò la porta verde finchè vide il campanello, ma era troppo in alto per lui.
Tornò allora alla finestra, si mise in posizione e busso più forte che poteva con le sue zampette di peluche. Dentro casa c'era ancora troppa confusione perchè lo potessero sentire, ma la Mamma ad un certo punto si voltò e lo vide. L'orso pensò anzi che forse l'aveva visto anche muoversi, ma si impose l'assoluta immobilità.
La mamma venne verso di lui, aprì la finestra ed esclamò: "Eccolo!Babbo natale l'ha lasciato sulla finestra!"
Violante diede in un acutissimo grido di gioia e abbracciò forte il suo peluche: "Mousse! Che bello, Mousse sei qui!" L'orso sapeva che da quel momento non avrebbe più potuto muoversi o parlare, ma finalmente aveva trovato la sua bimba, e ci avrebbe pensato lei a farlo muovere e parlare.
Sorrise, chiuse gli occhi e quando li riaprì era un normale orso di peluche. Il miglior amico della sua bimba fino a quando lei l'avesse tenuto con sè, per molti, moltissimi anni.

martedì 10 gennaio 2012

INDOVINELLO...

A tredici anni nemmeno l'ombra...
A quindici giusto un accenno
A sedici, finalmente, la fioritura
E adesso, è la gigantografia di se stesso...
Indovinato (ma non era poi difficile!): parliamo del seno, del seno in allattamento nello specifico. Negli ultimi mesi, come è naturale, ho passato molto tempo ad informarmi sull'allattamento al seno e, a parte le posizioni, il modo giusto dei bimbi di attaccarsi, i pro e i contro, ho scoperto alcuni episodi che posso solo definire "incresciosi". In particolare, abitando a Milano, mi ha colpito leggere di una donna scacciata dalle sale della Pinacoteca di Brera perchè stava allattando il suo bimbo.
Quindi l'immagine di una donna che allatta al seno va bene se è un dipinto ma non dal vivo? E la motivazione è che è "immorale"? Immorale una delle cose più naturali del mondo? Nemmeno fossimo delle esibizioniste che non aspettano che di trovarsi in un luogo pubblico per denudarsi. Credo che un atteggiamento del genere sia da biasimare come minimo e se possibile anche da sanzionare. Certo, ci sono i baby pit stop dove "siamo le benvenute": in realtà, di fronte all'adesivo che ci dice che possiamo accudire il nostro bambino mi sento offesa: andiamo! non vi ricorda tanto gli adesivi con la sagoma di un segugio e la scritta "qui posso entrare"?
Ma scherziamo?
E se la mia bambina strilla per la fame o per il bisogno di essere cambiata e non c'è uno di questi posti dove "siamo le benvenute"? Cosa faccio: la affamo o la lascio sporca?
Cosa vorrebbero, che rimanessimo rintanate in casa fino a quando i nostri pargoli non avranno dismesso i pannolini? Ecco cosa vorrei comunicare io: allattare al seno è una scelta importante. I bambini non mangiano a comando, possono avere fame in qualsiasi momento o quasi e una mamma dovrebbe essere quantomeno tollerata in un Paese in cui figli se ne fanno molto pochi e nel quale le mamme hanno una quantità assurda di problemi per cui il solo fatto di aver scelto di diventare madre dovrebbe essere elogiato.
E' solo un seno! Possibile che vi facciate intimorire da un seno, peraltro coperto quasi tutto dal bimbo stesso e non, che ne so, da culi seminudi su giganteschi cartelloni pubblicitari? E' una tetta, non morde, non graffia, non assale.
Spero che presto i cartelli "qui puoi allattare e accudire il tuo bambino" non debbano più servire, ma per far questo credo ci sia un solo modo: allattare ovunque i nostri figli dimostrino di avere fame. E se qualcuno ci vuole cacciare da un ristorante, da una mostra, da un supermercato non facciamoci intimorire: abbiamo tutto il sacrosanto diritto di rimanere dove siamo, che siamo le benvenute oppure no!

lunedì 9 gennaio 2012

AIUTO! MI STA MANGIANDO LA FACCIA!!

Ecco il grido d'allarme che G. ha appena lanciato, seguito da "ma non avrà fame?"
No, non ha fame, non può avere fame, NON E' UMANO che abbia ancora fame
... e continua parlando con lei:
"Mi hai distrutto i timpani, mi hai morso la faccia, mi hai graffiato l'occhio!"
Attenzione, stiamo sempre parlando di una scimmietta di meno di due mesi, non della reincarnazione di Attila! Una scimmietta che da qualche giorno allunga le mani per toccare i nostri visi quando le siamo vicino e che già si arrabbia perchè se allunga le mani verso le apine sopra il lettino non ci arriva! Una scimmietta che adesso è affidata alle cure del suo amorevole padre poichè dall'una e mezza sta, a rotazione:
  • sulle mie braccia
  • sulle mie gambe
  • attaccata al mio seno
Oggi, infatti, è lunedi e come tutti i lunedì alle due c'è il "Corso Post Parto". Che più che un corso direi che è un'oasi dove neomamme come me possono allattare, lamentarsi, prendere in giro i partner, esternare senza timori quanto fastidio provano quando ricevono critiche e/o consigli da parenti, amici e sconosciuti, verificare che pure le altre non è che abbiano già rimesso i loro jeans (tranne una tedesca... fastiiiiiiiiidio).
Insomma, sono un paio d'ore di mutuo soccorso necessario alla sopravvivenza a questo periodo. Ed è sempre confortante quando qualcuna del gruppo ha un figlio di poco più grande o addirittura un altro di 2-3 anni che dice "credetemi, prima o poi dormiranno tutta la notte. Credetemi, prima o poi, le poppate durano cinque minuti invece che quaranta. Credetemi, prima o poi starà anche le mezz'ore a giocare da solo". Ok, va bene, ma prima, o poi?  Perchè "prima o poi" può significare la differenza fra mamma-stanca e mamma-distrutta..
Con alcune di loro ho affrontato anche il corso pre-parto e quindi si è creato un legame maggiore, cosa che mi ha spinto, quasi pregando, a dire "ho bisogno di una serata tra adulti!! Magari un sushi!"
Perchè va bene stare con questi tenerelli vestiti di morbidissime tutine, ma si rischia il manicomio!
E così anche un the dopo il corso non si rifiuta mai. E pazienza se alla fine si parla sempre e comunque di loro, dei nostri adorati nanetti, pazienza se ogni tanto uno di loro scoppia a piangere perchè ha fame, l'importante è godersi una chiacchierata fra adulte.
Che, come te, hanno un particolare bisogno di zuccheri e quindi non battono ciglio alla tua voglia di una pasta (o due)!

domenica 8 gennaio 2012

OBIETTIVI SEMPLICI

Inutile negarlo: aprire l'armadio, vedere accatastata una montagna di vestiti che torneranno ad essere appesi solo quando torneranno ad entrarmi, fare la prova pantalone per pantalone e riaccatastarli quando ognuno di loro non passa lo scoglio dell'abbinata cosce-sedere è deprimente!

Quasi mi leggesse nel pensiero, o semplicemente perchè è un classico del dopo-feste, il giornale ha pubblicato una serie di consigli per depurarsi e dimagrire dopo i bagordi natalizi. Di bagordi culinari ne ho fatti abbastanza pochi, ma di bisogno di dimagrire ce n'è eccome (e ho fatto anche lo sbaglio di pesarmi: 69 kg! esattamente + 10 rispetto a prima di rimanere incinta).
Il guaio è che esternamente non sembro poi tanto cambiata: il viso è lo stesso, le braccia poco più. Non sono mai stata filiforme e quindi questo aumento generale delle rotondità non mi sconvolge più di tanto agli occhi di chi non mi vede da tempo.
Tornando ai rimedi sono, ovviamente, un'alimentazione sana ricca di verdure e fibre, molta, moltissima acqua (che dovrei comunque assumere per l'allattamento) e movimento fisico (ma va?).
Unica novità in questa terra desolata del luogo comune è la "Ginnastica del respiro".
     - L'ossigeno è fondamentale anche per dimagrire. Per "bruciare" un solo grammo di grasso, infatti, servono ben due litri di ossigeno. Due volte al giorno fare una profonda respirazione, sollevando l'addome e il diaframma. Poi trattenere il respiro qualche secondo ed infine fare una profonda espirazione. L'esercizio può durare fino ai primi sintomi di vertigine che indicano che l'ossigeno aumentato nel sangue ed è arrivato al cervello.
Ok, proviamo.
Fffffffffffffffff
Sssssssssssss
Fffffffffffffffff
Ssssssssssssssssss
Fffffffffffffffffff
Sssssssssssssssssss
....ok forse non è una grande idea tentare mentre allatto (giuro, sto scrivendo con una mano sola), ma varrà la pena di tentare anche questo.
Primo obiettivo: un pantalone taglia 44 che prima mi stava un po' largo, ma poi voglio rientrare nella mia 42, costi quel che costi!

sabato 7 gennaio 2012

LA NOSTRA PONYO...

Dopo aver visto "Ponyo sulla scogliera" del grandissimo Miyazaki - la storia di una pesciolina allegra, magica e dal volto di una bimba che stringe amicizia con un bambino - io e G. abbiamo trovato il soprannome perfetto per la nostra piccina. In effetti, con Ponyo ha in comune lo sguardo vivace, il sorriso largo, la curiosità e l'irrequietezza. E, a giudicare da un urletto sentito giusto oggi, da aggiungere al repertorio delle sue prodezze vocali, anche la stessa vocina acuta!
Sono convinta che sia anche magica come Ponyo, una specie di piccolo preziosissimo amuleto che ha acceso una fiammella nei nostri cuori, una fiammella che giorno dopo giorno si alimenta e cresce (e accipicchia quanto si alimenta!!!). E come col film di Miyazaki, basta guardarla per essere travolti dalla tenerezza e dall'allegria...

giovedì 5 gennaio 2012

DIGRESSIONI POTTERIANE

Qualche giorno fa, mentre eravamo via da Milano, chiedevo a un'amica con un meraviglioso bimbo di poco più di due anni, se fosse vero che l'allattamento incidesse sulla memoria. Insomma: è vero che ci si rimbambisce un po'?
In maniera estremamente pratica, mi ha risposto che "l'allattamento succhia via il cervello".
Difficile da digerire, ma se non altro spiega una cosa (ed è un'ottima scusa quando dimentico sul fuoco per mezz'ora l'acqua del the): come mai, di tanto in tanto, mi faccia delle domande inutili ai più ma che non posso fare a meno di pormi.
Quella di oggi è probabilmente la più inutile di tutte, ma è necessaria una premessa: sono una di quelle fissate che ha letto (più e più volte) tutti i libri "Harry Potter" e che ha visto tutti i film, anche a piccoli pezzi quando non avevo tempo di rivederli per intero (grazie canale gratuito Warner, grazie!).
Conosco tutti i legami tra i personaggi, tutti i buchi nella trama (ed è una trama che passa attraverso sette tomi!), le quattri case della scuola di Hogwards, i nomi di tutti gli insegnanti, gli incantesimi citati, i fantasmi del castello etc etc.
Insomma, c'è chi dice (primo fra tutti G.) che io sia malata e che quella saga merti decisamente meno attenzione. Io ribatto che mi piace, che è una saga che attinge ovunque avendo l'intelligenza di miscelare il tutto con discreta originalità... e ciò che piace non si discute.
Ma tornando alla domanda: il cattivo per eccellenza, il mago che è scomparso senza morire, colui per il quale Harry Potter è così famoso, insomma l'Oscuro Signore meglio conosciuto come "Colui-che-non-deve-essere-nominato".... ma si può sapere perchè non deve essere nominato?
In nessuno dei sette libri si dice perchè non si possa chiamare Voldemort col suo nome. Ho capito che il nome di un mago oscuro merita rispetto ed incute timore, ma che non possa mai essere chiamato col suo nome quando anche Sauron del "Signore degli anelli" era citato spesso e volentieri! E guardate che forse quell'occhietto era anche più cattivo: Voldemort ce l'ha in particolare con uno solo, Sauron vuole sterminare chiunque!

Oddio... penso che la mia amica avesse ragione: allattare succhia via il cervello!!

mercoledì 4 gennaio 2012

IL SORRISO DEGLI ANGELI

In queste feste natalizie, osservando mia figlia mi sono spesso fatta una domanda: ma i neonati parlano con gli angeli?
Perchè Violante spesso guarda in maniera attiva un punto nel vuoto, apparentemente, e assume gli atteggiamenti d'ascolto che le riconosco quando le parlo. Ascolta e sorride, parla a suo modo (ha un recente repertorio di versetti spettacolare!) con qualcuno che i miei occhi di adulta non riescono a vedere.
Mia nonna Maria diceva che accanto ad ogni bambino c'è un angelo custode che lo protegge e che i bimbi più piccoli possono vedere. Con la crescita perdono questa capacità e quando capita, l'angioletto e il bimbo si salutano per non rivedersi mai più.

Detti della nonna a parte, è certamente consolante pensare che qualcuno vegli sui nostri piccini e posso pensare sen'zaltro che parte dei sorrisi di Violante non sia destinato a me o al papà.

Negli ultimi giorni però il suo repertorio di versi e sorrisi è cresciuto in maniera impressionante, finchè ieri sera Violante si è esibita in un vero e proprio show di sorrisi e versini, fino a ben tre tentativi di una risata vera.
E' la cosa più buffa alla quale abbia mai assistito. Mia figlia a 30 cm dalla mia faccia, uhh e ghuuu a profusione, finchè spalanca la bocca, aspira a pieni polmoni ed emette un singulto acuto che potrebbe sembrare l'inizio di un pianto ma che dalle espressioni degli occhi e dal successivo sorriso largo era proprio il suono della prima risata.
Mi diverto, mi commuovo, G. ride, ma penso che sia finita lì.
E invece, si vede che ci sta prendendo gusto, perchè per altre due volte fa la stessa identica cosa, solo che l'ultima il singulto si trasforma abbastanza velocemente in un piccolo pianto, sedato in un secondo visto che non era certamente un pianto di fame o perchè era sporca.

Mi sono però svegliata con questo dubbio: ma i bambini così piccoli sorridono ed esplodono davvero in risate? non sarà quello che voglio sentire? Così mi documento su internet e scopro che ci sono due linee teoriche.
Entrambe concordano che nelle primissime settimane di vita i sorrisi non sono nient'altro che riflessi dei muscoli del viso. Poi però divergono: la prima sostiene che fino ai 6/8 mesi i neonati sorridono a tutti nella stessa maniera, rispondendo magari a uno stimolo uditivo acuto (ed ecco spiegato perchè istintivamente si parli con le "vocette" ai bambini), la seconda che i sorrisi più larghi siano dedicati specialmente alla mamma, e quindi al papà, dei quali i bambini incominciano a distinguere i visi nel secondo mese di vita, e quindi interpreta sorrisi, versi e risate come una vera e propria forma di comunicazione e, più importante ancora, come primissima forma di autoaffermazione.
Io propendo per la seconda, perchè i sorrisi e gli sguardi che mia figlia mi dedica non li vedo quando è in braccio ad altri, anche se non è certo una timidona!

Sta di fatto che i sorrisi che ho visto ieri sera sciolgono il cuore e aspetto solamente di vedere che cosa mia figlia potrà riservarmi oggi!

martedì 3 gennaio 2012

LA STORIA DEL BRUCO E DELLA FARFALLA

Una veloce fiaba per dare la buona notte a tutti i nanetti.
Un piccolo bruco camminava verso una grande montagna. Lungo la strada incontrò una coccinella che gli chiese: "Dove vai?". Il bruco rispose: "Ieri ho fatto un sogno nel quale mi trovavo sulla cima di una montagna e da lì potevo vedere tutta la valle. Oggi voglio realizzare il mio sogno".
Sorpresa, la coccinella gli disse: "Devi essere pazzo! Tu sei solo un piccolo bruco. Per te, un sassolino sarà una montagna, una pozzanghera sarà un mare e ogni cespuglio sarà una barriera impossibile da oltrepassare". Ma il piccolo bruco era già lontano e non la sentì.
Incontrò poi un coniglio: "Dove vai con tanto sforzo?" Il piccolo bruco rispose: "ieri sera ho fatto un sogno, ho sognato di essere sulla cima della montagna e da lì potevo ammirare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e oggi voglio realizzare il mio sogno."
Il coniglio si mise a ridere e disse: "Nemmeno io, con le mie grandi zampe e con i miei grandi salti, affronterei un'impresa così difficile". E ridendo rimase ad osservare il piccolo bruco mentre procedeva per la sua strada.
La stessa cosa accadde con la rana, la talpa e il topo.
Tutti gli consigliarono di fermarsi, dicendo: "Non arriverai mai..."
Ma il piccolo bruco, determinato e coraggioso, continuò a camminare. Stremato e senza forze, ad un tratto decise di fermarsi a riposare. Con un ultimo sforzo si preparò un posto per dormire quella notte. "Così mi sentirò meglio" disse il piccolo bruco.
Ma al mattino era solo un bozzolo grigiastro. Il bruco sembrava morto. Per giorni gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, lì c'era l'ultimo riugio di un piccolo bruco morto per aver inseguito un sogno.
All'improvviso però quel bocciolo grigiastro si ruppe. Comparvero due occhioni, due antenne e due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla! Gli animali restarono senza parole, meravigliati da quella stupenda creatura che in un istante prese il volo e raggiunse la cima della montagna. Il sogno del bruco, diventato farfalla, si realizzò.
Il sogno per il quale aveva vissuto, per il quale aveva lottato, era finalmente diventato realtà.

I BUONI PROPOSITI PER L'ANNO NUOVO

Non ho mai messo per iscritto, e forse nemmeno ragionato più di tanto, sui buoni propositi per l'anno nuovo, ma se è vero, come dicono i Maya, che è l'ultimo del vecchio corso e, per giunta, nella condizione inedita di neo mamma, ecco che forse ne vale la pena.
Ecco dunque i miei buoni propositi:
  • evitare di trasmettere a mia figlia ansie e preoccupazioni che sono solo mie e riuscire, invece, a passarle positività e tranquillità;
  • perdere 5 chili, o quanto meno rassodare e dimagrire su pancia cosce e glutei. In alternativa, avere molto più denaro per potermi rifare il guardaroba sulle mie nuove misure;
  • avere la saggezza di non viziare troppo Violante e tornare, di tanto in tanto, a viziare un po' me stessa;
  • andare al cinema e a cena da sola con G. senza chiamare ogni due minuti a casa per sapere come sta la piccola;
  • divertirmi il più possibile con la mia famiglia, godermi ogni secondo dei progressi quotidiani della mia nanetta, i versetti, i primi passi, le prime pappe, il gattonare (se lo farà), i sorrisi, i primi bagni in piscina e al mare;
  • non riprendere a fumare (salvo sporadicissime sigarette);
  • riprendere ad andare per mostre;
  • sentirmi più sicura di me;
  • accettare quel po' di capelli bianchi - magari con un po' di ironia;
  • aare mia figlia e il mio compagno. Ma questo non è un proposito, è una certezza!